venerdì 8 agosto 2008

L'illusione dell'odio

L'odio è una violenta inversione di rotta, una distrazione disarticolata dell'amore, una virata improvvisa che ne ribalta il senso. E' uno strattone cieco e furibondo che ci scuote fin dalle viscere. E' una musica cacofonica, esule in terra straniera. E' un conato patetico dell'anima di risalire la china quando ormai il cielo si è tramutato in un penoso miraggio che odora di fiori plumbei. E' un ultimo dovizioso e caparbio tentativo di riconquistare ciò che è scivolato dentro gli specchi obliqui e deformi di un fiume insidioso e silenzioso. E' il tentativo strenuo di un guerriero impavido e riottoso di penetrare tra fortezze inoppugnabili.
Così si distrugge proprio ciò che si ama. Si sputano e si vomitano oceani di acrimonia e astioso veleno, per infangare e uccidere la bellezza. Perche' una bellezza perduta tra le ali del tempo e del vento è cosa troppo dolorosa, intollerabile e incomprensibile. Ma se essa invece viene adulterata e trasformata in bruttura, in infamia, in ignominioso oltraggio, in perla posticcia e spregevole, allora è più facile sopravvivere, e cervello e cuore, forse, non rischiano di finire in pasto a viscidi vermi striscianti. I sentieri dell'inganno, all'apparenza, sono meno sdrucciolevoli e irti di quelli della sofferenza.
Ma le lame che sfodera l'odio, in realtà, chi feriscono? Fendono le carni altrui, o le nostre?


"Il vino sa rivestire il più sordido tugurio
d'un lusso miracoloso
e innalza portici favolosi
nell'oro del suo rosso vapore
come un tramonto in un cielo annuvolato.
L'oppio ingrandisce le cose che già non hanno limite
allunga l'infinito
approfondisce il tempo, scava nella voluttà
e riempie l'anima al di là delle sue capacità
di neri e cupi piaceri.
Ma tutto ciò non vale il veleno che sgorga
dai tuoi occhi, dai tuoi occhi verdi,
laghi in cui la mia anima trema specchiandovisi rovesciata...
I miei sogni accorrono
a dissetarsi a quegli amari abissi.
Tutto questo non vale il terribile prodigio
della tua saliva che morde,
che la mia anima immerge nell'oblìo senza rimorsi
e sul carro della vertigine
la fa rotolare esausta alle sponde della morte!"


C. Baudelaire, "Il veleno", Les fleurs du mal

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